IL TRIANGOLO Sì
Le teorie psicoanalitiche attuali propongono il complesso Edipico come un fenomeno rivisto in un’ottica transizionale, di Transizione, attraverso cui fare la scoperta dell’Altro, l’altro-diverso-da- me, oltre una relazione simbiotica e verso una relazione triadica che permette, appunto, l’accesso al terzo.
In origine il rapporto di sopravvivenza è diadico, il primo rapporto oggettuale si sviluppa in una relazione a due che corre il rischio di diventare simbiotica, narcisistica e vincolante. Nella relazione diadica è il rischio di favorire una dinamica onnipotente e di rispecchiamento assoluto dove l’altro potrebbe rispondere e corrispondere esattamente a ciò che si vuole e si desidera senza lasciare spazio a differenze e frustrazioni.
L’accesso al terzo, ad un oggetto terzo, permette una vera e propria sperimentazione della separazione, dell’accesso al non conosciuto e alla diversità.
Winnicott attraverso i fenomeni e gli oggetti transizionali spiega come il bambino inizia a elaborare la frustrazione dovuta dalla separazione facendo accesso alla fantasia, al gioco o a oggetti sostitutivi (es. la coperta di Linus).
Ogden invece sostiene che è nella mente della madre che il bambino inizia a percepire e conoscere il padre e viceversa. Cioè è nella mente del primo genitore accudente coinvolto in una relazione diadica che si incontra il terzo, l’altro genitore verso cui tendere per separarsi dal primo, costituendo un triangolo flessibile ed in movimento.
Per cui, le concettualizzazioni moderne vedono la scoperta dell’altro genitore come fondamentale per accedere alla separazione, per favorire lo sviluppo psicologico, affettivo e cognitivo e per iniziare a fare esperienza della differenza tra il mondo conosciuto e prevedibile e quello non conosciuto, imprevedibile, da scoprire e di cui invaghirsi nuovamente.
In psicoterapia, in un relazione cooperativa ma asimmetrica, il Terzo è l’accesso ad uno spazio comune dove convergono energie che formano una nuova forma di inconscio condiviso che lavora in modo implicito favorendo una danza tra contenuti, diversi tra loro, che si muovono verso la scoperta di qualcosa di nuovo, di diverso e di risolutivo: il Terzo Analitico, ovvero quello che c’è tra me e te, quello che c’è tra noi.
In un processo di CoTerapia, di CoConduzione, si vogliono ampliare le possibilità e gli scenari per favorire un movimento sempre più ampio tra affetti, relazioni, caratteristiche di Sé e dell’altro, fantasie, ricordi e sogni, che possano abbracciare livelli consapevoli e incosapevoli di essere e di manifestarsi ampliando anche la capacità di contenimento, di creare confini e di sicurezza.
La nostra scelta è condividere per arricchire e per aprire spazi di riflessione e confronto, dando sempre maggiore strutturazione ad un lavoro fatto con l’Altro, in presenza dell’altro e del suo sguardo accogliente e rassicurante.
Valentina Schiuma
Psicologa psicoterapeuta
BIBLIOGRAFIA
Ogden, T., (2005) “L’arte della psicoanalisi. Sognare sogni non sognati”, Raffaello Cortina Editore, Milano.
Winnicott, D., W., (1995) “Esplorazioni Psicoanalitiche”, Raffaello Cortina Editore, Milano.