Desiderio Irrefrenabile

La dipendenza inizia con la speranza
che “la fuori”
possa istantaneamente
riempire il tuo vuoto interiore.

Jean Kilbourne

 

Jean Kilbourne, scrittrice, regista ed attivista americana, introduce egregiamente il nocciolo del tema della dipendenza, “il vuoto interiore”.

Ogni dipendenza nasce e si consuma attraverso l’impulso irrefrenabile al consumo, al divorare, per colmare l’angoscia atavica che squarcia il sentire dell’individuo in un’esistenza priva di “senso”. Non c’è mai fine, non c’è mai rimedio, non c’è mai una pienezza di cui godere; solo vuoto che si genera all’infinito.

Tali concetti li ritroviamo a pieno nella dipendenza sessuale e/o sex addiction.

Nel bellissimo film “Shame” del regista Steve Mac Queen (2011), viene narrata la storia di Brandon, uomo di affari vittima di una terribile dipendenza dal sesso. La pellicola condensa ed esprime, con chiarezza e crudezza di particolari, sfaccettature e sfumature di una personalità complessa, dove intelligenza ed ambizione trainano il protagonista verso una vita di successo oscurata costantemente da un “vuoto” incolmabile.

“Shame” in inglese si traduce letteralmente con il termine vergogna.

Vergogna è il sentire comune di chi soffre di dipendenza, accompagnata da senso di colpa, inadeguatezza e sporcizia. Tutto ciò è sommerso, ben celato da una vita apparentemente normale, talvolta brillante e segnata da successi.

Il corpo diventa rappresentazione della sofferenza che va mostrata senza mezzi termini. Il sesso- dipendenza è inscenato da fantasie, masturbazione compulsiva, computer zeppi di file hard e rapporti occasionali senza regole. Tutta la vita gira in funzione di questo. Un’ossessione che non esaurisce la sua forza prorompente e diventa onnipresente, onnipotente: guida ogni pensiero, azione e relazione.

Anche la nudità del protagonista all’interno delle mura domestiche in contrapposizione ai panni pesanti che mette per uscire assume un significato simbolico e profondo. Interno versus esterno, esigenza di sentirsi a proprio agio versus necessità di “creare un muro con l’esterno” a protezione di un Io fragile, debole.

La dipendenza da sesso è, al tempo stesso, sintomo e protezione. Essa protegge dalle relazioni esterne vissute come pericolose, rischiose. Il vuoto interno origina da ferite affettive antiche mai colmate e riparate: il non sentirsi amabile, desiderato/a, voluto/a si traduce in angoscia profonda e BISOGNO irrefrenabile di riempire.

Nello specifico, la dipendenza sessuale è un disturbo che spinge la persona alla ricerca compulsiva del rapporto sessuale. Sebbene ad oggi nel DSM-V (Diagnostic and Statistical Mentale Disorders) la dipendenza non viene riconosciuta come disturbo, sono in molti a suggerire la necessità di inserire la diagnosi. Infatti essa è descritta come disturbo a sé stante nell’ICD11 (International Classification of Desease for Mortality and Morbility Statistics). Queste differenti interpretazioni riguardano principalmente la volontà di non negativizzare il concetto di sessualità o, al contrario, di riconoscere che si tratta di una dipendenza ben definita.

In passato la dipendenza da sesso era denominata “ninfomania” per le donne e “satiriasi” per gli uomini e veniva descritta ed annoverata nelle “parafilie” per la particolare caratterizzazione della spinta libidica irrefrenabile. Oggi assume sempre di più le sembianze di dipendenza, non a caso viene definita IPERSESSUALITA’ e mostra i seguenti sintomi:

  • Fissazione sul sesso. Il sesso domina la vita della persona ad esclusione progressiva di altre attività.
  • Senso di colpa e vergogna. Il costante bisogno di sesso è tipicamente intervallato da sentimento di rimpianto, ansia e depressione
  • Tutti i tipi di sesso. La persona si impegna in altre forme di sesso quando è sola, incluso il sesso telefonico, la pornografia o il sesso al computer
  • Comportamenti a rischio. La persona fa sesso con più partner e/o relazioni extraconiugali, anche con estranei, mettendo a repentaglio la propria vita privata e la salute
  • Masturbazione compulsiva.
  • Ossessione. Fantasie sessuali coniche e ossessive che interferiscono con la vita quotidiana, la produttività, la vita lavorativa e privata
  • Bugie.
  • Tentativi fallimentari di Con la sperimentazione di senso di impotenza  e incapacità.
  • Sentimenti La persona si sente alienata, isolata, depressa, arrabbiata o umiliata.
  • Astinenza da rapporti Sintomi fisici ed irrequietezza provocati dall’astinenza.

E’ presente attualmente un test per “aiutare” la diagnosi di dipendenza sessuale: il Sexual Addiction Screening Test (SAST) ideato da Patrick Carnes e Robert Weiss, un questionario da compilare in autonomia, un self report che orienta, attraverso le domande, a discernere tra dipendenza e non. La diagnosi chiaramente va fatta da professionisti addetti con lo scopo di orientare il percorso di cura del paziente.

Curare qualsiasi dipendenza, in particolare la Sex Addiction, è possibile oltre che auspicabile. Tuttavia leviamoci dalla testa che è una cosa semplice e veloce. Il “vuoto”, descritto all’inizio del nostro articolo, è colmo di “stretti” nodi emotivi che vanno necessariamente ascoltati, compresi, sciolti per avere la possibilità di farli fluire in una direzione più evolutiva ed evoluta.

Per questo ci vuole delicatezza e tempo. DELICATEZZA perché la sofferenza deve essere ACCOLTA con estremo rispetto e TEMPO (assolutamente soggettivo) perché si possa costruire una capacità sana dell’individuo di sostenere e reggere progressivamente qualcosa che è stato sepolto nella memoria emotiva in quanto “troppo” doloroso.

La psicoterapia è uno strumento utile di “cura”: aiuta la persona a prendere atto della sua sofferenza, a guardarsi dentro, cercando di arginare il “GIUDIZIO” e aprendo spiragli di conoscenza profonda. “Da queste ferite profonde nasceranno farfalle libere” recitava Alda Merini in una delle sue bellissime poesie. Le ferite che abbiamo dentro di noi, non vanno disconosciute e/o dimenticate, ma comprese e utilizzate per acquisire la vera “libertà”, quella di esprimere il proprio Io oltre i limiti e le gabbie interiori.

Mariateresa Muscillo
Psicologa, psicoterapeuta e sessuologa