Il Natale: meno attesa e più ripresa
In questi giorni che precedono il Natale mi piacerebbe condividere con voi alcuni miei pensieri, riflessioni e sensazioni relativi a questo particolare periodo dell’anno.
A prescindere dall’essere credenti o meno, le festività natalizie influenzano in modo differente e più o meno gradevole, la maggior parte di noi.
Infatti, il Natale è il momento in cui le famiglie – covid permettendo – in genere si riuniscono e spesso ripongono in queste riunioni tutta una serie di aspettative, ma le famiglie e le aspettative non sono tutte uguali e, a tal proposito, non posso fare a meno di pensare a tutte quelle coppie in crisi che incontro per lavoro.
L’esperienza di questi anni mi ha fatto notare che in prossimità del Natale e delle Feste in genere, le richieste di mediazione familiare aumentano: come mai?
Immagino per tante ragioni per lo più insite nella predisposizione emotiva che si cela in ciascuno di noi nei confronti del Natale.
Vorremmo forse tutti un dono che temiamo o constatiamo puntualmente di non ricevere? Difficilissimo rispondere, né credo esista una sola risposta.
Ma vorrei soffermarmi sull’ attesa. Per i credenti è l’attesa dell’Evento più lieto e tenero di tutto l’anno liturgico che coincide per noi tutti con il periodo conclusivo dell’anno solare in cui si è soliti fare bilanci di vario genere. Il bilancio è il contrario dell’attesa quale realizzazione di un evento futuro poiché il bilancio è una semplice constatazione di ciò che è stato. Il dover conciliare questi due concetti così in antitesi fra loro e che in questo periodo dell’anno ritroviamo accostati, può darsi che ci disorienti.
Nell’attesa solitamente siamo semplici spettatori inermi di qualcosa che accadrà e che attendiamo così come sarà, senza porci nell’atteggiamento di chi può influire su ciò che sarà, ma al limite facendo leva sulla sola speranza, che diventa inevitabilmente aspettativa, nei confronti di un evento futuro.
Forse ci potrebbe aiutare costruire un concetto di attesa meno passivo concentrandoci in misura minore su quel che sarà e adoperandoci concretamente nel presente in quello che vogliamo sia.
Le coppie in mediazione familiare scoprono soventemente che non occorre inseguire il Natale perfetto per i loro figli, perché i bambini vivranno il Natale rispecchiando le emozioni dei genitori ed è allora che la creatività può portare soluzioni sorprendenti ed attivare le risorse che i genitori non pensavano di avere. Vi sono state coppie che ce l’hanno fatta ed hanno vissuto le Feste in modo sereno o per lo meno in modo analogo a quanto accade nelle famiglie non disgregate. In qualche caso i genitori hanno miracolosamente condizionato anche il calendario prolungando il Natale nelle due case distinte della mamma e del papà, altre volte hanno optato per una scelta più intima riconducendo la Festività al solo nucleo familiare ristretto oppure hanno semplicemente accettato senza troppi timori l’alternanza annuale, di norma stabilita dai tribunali, nel trascorrere le feste suddivisi tra i due genitori. Qualsiasi approccio o soluzione adottata porta con sé la fatica dell’averla individuata e attuata, ma anche la soddisfazione quando le cose sono andate bene ed è il caso di dirlo “meglio di quanto ci si aspettava”.
E così concludo queste mie brevi riflessioni ritornando sull’opportunità di dare meno spazio all’attesa e maggiore impulso ad una ripresa attiva perché possiamo dare un contributo concreto alla realizzazione della magia del Natale e non solo.
Celeste Defina
Avvocato civilista e Mediatrice Familiare.