C’è ANSIA ED ANSIA: dal blocco alla possibilità

L’ansia può essere un sintomo trasversale a diversi disturbi :disturbi d’ansia, affettivi, da uso di sostanze, del comportamento alimentare, di personalità ed anche disturbi dissociativi e disturbo post traumatico da stress dove, però, la componente traumatica ha un aspetto rilevante e manda in tilt le strategie di coping facendo permanere il soggetto in uno stato di cortocircuito dove l’angoscia automatica si autoalimenta diventando sintomatica. “vivere con il trauma vuol dire essere esposti al continuo bussare alla porta di memorie traumatiche” (flashback, incubi, ricordi intrusivi).

Le neuroscienze più moderne ci hanno ben spiegato come l’attivazione emotiva sia la primissima forma di difesa da un attacco esterno e queste forme istintive di difesa vanno in 4 direzioni: freezing, attacco, fuga, finta morte. Ma quando il pericolo reale non è più presente e l’attivazione emotiva, la paura, resta, può essere che il pericolo percepito provenga da dentro noi e non più dall’esterno.

Molto spesso le persone che presentano sintomi ansiosi non hanno alcuna idea riguardo a ciò che li rende ansiosi, in altri casi l’ansia può essere collegata a una paura cosciente che, tuttavia, maschera una preoccupazione più profonda. In psicoterapia si cerca di svelare i più profondi contenuti, vissuti, paure e desideri che accendono l’ansia. Per cui l’ansia può essere una grande occasione di scoperta. Un faro nella notte buia che segna l’inizio di grandi scoperte e avventure.

Nell’ultima formulazione sull’ansia, nel 1926 Freud la spiegava come il risultato di un conflitto psichico tra desideri e pensieri inconsci provenienti dall’Es e minacce punitive provenienti dal Super Io. In questa nuova concettualizzazione l’ansia è sia la manifestazione di un confitto nevrotico sia un allarme per allontanare la consapevolezza di tale conflitto o nascondere emozioni intollerabili, spesso la rabbia.

L’ansia, intesa come segnale, può essere addirittura segno di adattamento ad una nuova fase evolutiva e maturativa o segno di nuovi bisogni e desideri che vogliono emergere. Infatti il passaggio da una fase evolutiva all’altra, nel percorso di crescita, è spesso caratterizzata da crisi, perdita di confini, perdita di certezze, regressioni, angoscia.

Nella mia pratica clinica la scoperta che l’ansia potesse essere una grande occasione di crescita è dovuta alla generosità di una ragazza universitaria che chiedeva un percorso di psicoterapia a causa di un blocco rispetto ad un esame del suo corso di studi che aveva ripetuto ben otto volte senza superarlo. Eppure, durante il percorso la ragazza scoprì che il suo blocco derivava dalla paura di poter volare in alto e dal rifiuto di doversi dirigere verso un destino segnato: laurearsi e tornare a vivere nel suo paesino in provincia e lavorare nella piccola azienda di famiglia. Si attribuì la “Sindrome di Icaro” dicendo che aveva scoperto le sue possibilità e svelato a se èstessa i suoi desideri e aveva paura di essere punita se avesse avuto ambizioni troppo distanti dalle aspettative familiari. Dal blocco, F. aveva scoperto svariatissime altre possibilità di essere e di esprimersi, guardando al futuro con una prospettiva diversa.

In tutta la nostra esistenza possiamo essere preda di varie forme di ansia e angoscia. Angoscia del non sapere e angoscia di morte sono paure esistenziali che fanno parte dell’uomo e sono state esplorate attraverso la filosofia per cercare una risposta tollerabile a tale angoscia. Legate alla relazione con l’Altro sono legate le angosce abbandoniche, la paura della perdita, l’ansia da separazione. Legate all’affermazione personale nelle varie fasi evolutive sono legate ansia da prestazione, ansia sociale, paura del giudizio e del rifiuto.

Per crescere e sbocciare è importante conoscere e attraversare queste forme angosciose.

E tu che ansia hai?

Valentina Schiuma
Psicologa, Psicoterapeuta