Adolescenti iperconnessi
Attraverso questo articolo, dove verranno esposti i principali fenomeni connessi all’utilizzo eccessivo del web, vorrei sensibilizzare gli adulti di riferimento in merito all’importanza dell’incontro e dell’interazione diretta dei ragazzi. Gli adolescenti hanno bisogno di vedersi, di toccarsi, di stare vicini, di far circolare emozioni, innamorarsi per la prima volta, vivere incomprensioni, risolvere conflitti e problemi guardandosi e interagendo.
Il web è sicuramente un mondo ricco di stimoli che permettono una certa esplorazione e i social permettono appunto la socialità e lo sperimentarsi nelle relazioni. Ma sul web queste attività possono andare incontro a brutte distorsioni. La ricerca del brivido e dell’adrenalina continua ad essere una caratteristica dei ragazzi che però cercano il brivido nel web, in modo particolare nel dark web dove trovano filmati horror ma anche scene raccapriccianti di omicidi o disastri ambientali che possono avere un impatto traumatizzante per chi non si aspetta di trovare una realtà così brutale.
E poi ci sono videogiochi e giochi on line che possono fornire giusta dose di adrenalina ma anche trasformarsi in dipendenza perché forniscono stimoli e ricompense immediati e continui per lungo tempo. I rischi connessi al passare molto tempo a giocare con videogiochi e giochi online diventano l’incapacità di staccarsi dai giochi e l’incapacità di tollerare la frustrazione e l’attesa portando ad irrequietezza ed insofferenza fino a vere e proprie crisi di rabbia esplosiva.
E poi ci sono ancora fenomeni più considerevoli come le Challenge ed i Selfie estremi che purtroppo conosciamo anche a causa di fatti di cronaca attuali che hanno visto la morte di minori. Tempo fa abbiamo conosciuto il fenomeno dalla Blue Whale, il gioco dell’orrore che portava i ragazzi a forme di autolesionismo e di ricerca del pericolo. Adesso questi fenomeni sono meno identificabili in un solo “gioco” o una sola situazione ma sono diffusi sui social o nelle community sottoforma di sfide. C’è la sfida a chi si fa la foto nel posto più pericoloso come la sfida a chi si fa più tagli sulla gamba. E sembrerebbe che il social maggiormente utilizzato tra i ragazzini per le challenge sia tiktok entrato proprio di recente nell’occhio del ciclone e che anche i bambini hanno installato nel proprio cellulare. Le visualizzazioni, i follower ed i like sono la più importante fonte di gratificazione. Per cui, anche se solo con un cellulare in mano, non si può prescindere dall’altro, cioè dalla partecipazione di altre persone che, tendenzialmente, assistono e incoraggiano anche condotte pericolose.
Allo stesso modo sono sempre più diffuse e incoraggiate modalità relazionali distorte e violente come per esempio il Ciberbullismo. Il Ciberbullismo, che risiede in comportamenti ripetuti di prevaricazione e offese di un individuo o gruppo verso altri individui o gruppi, a differenza del Bullismo è più cattivo e spietato perché può essere nell’anonimato e questo comporta indebolimento delle remore etiche. Le sfaccettature attraverso cui il ciberbullismo si manifesta sono tantissime: il Boby shaming, la denigrazione, i sondaggi online per umiliare qualcuno, le sostituzioni di persona, le battaglie verbali, minacce ripetute, molestie riprese con i cellulari e diffusione del video, outing, esclusione, etc…
Altre modalità relazionali distorte in cui c’è una dinamica tra prevaricatore e vittima risiedono nell’induzione a condotte alimentari alterate suggerendo restrizioni o evacuazioni (gruppi proAna) o nell’induzione all’autolesionismo. Perché ciò si verifichi, preliminarmente molto tempo viene dedicato alla creazione di una relazione di fiducia tra prevaricatore e vittima dove solo successivamente si agisce la manipolazione e l’induzione verso comportamenti distruttivi.
Con estremo tentativo di sintesi, è evidente come i fenomeni connessi all’utilizzo dei social network, e non solo, siano davvero molteplici e variegati. Non è semplicissimo sapere cosa accade nel cellulare dei ragazzi, ma è assolutamente necessario parlare sempre con loro.
Farsi raccontare e cosa vivono e come stanno, ascoltare le sfumature dei loro umori e non sottovalutare quello che potrebbe star accadendo oltre il nostro sguardo.
Genitoriando si impara…Buon Lavoro!
Valentina Schiuma
Psicologa, Psicoterapeuta