La psicologia non è magia!

Un giorno, da qualche parte, in qualche posto, inevitabilmente ti incontrerai con te stesso.
E questa, solo questa, può essere la più felice o la più amara delle tue giornate.”
Pablo Neruda

La pratica clinica-psicologica affronta, nel quotidiano, la sofferenza e il disagio in tutte le sue sfaccettature: dipendenze, attacchi di panico, depressione, ossessioni, deliri, lutti, traumi, ecc. Ogni forma di dolore ha legittimità di esistere e ci offre la possibilità irripetibile di metterci in contatto con noi stessi, col nostro Io più profondo ed autentico. In questa prospettiva, il sintomo, qualsiasi esso sia, è una porta d’ingresso verso la scoperta di un mondo nuovo, la propria interiorità.

Ovviamente non tutti sono disposti ad aprire questa porta e ad immergersi in luoghi sconosciuti, senza una meta precisa ma con la sola prerogativa di conoscersi, migliorarsi e cercare la propria serenità. Come dice Pablo Neruda, l’incontro con sé stessi può rappresentare il giorno più felice e allo stesso tempo amaro per l’essere umano. Nel lungo percorso di conoscenza di se stessi possiamo imbatterci in posti brutti, logori ed inaccettabili, che la nostra coscienza nasconde per non intaccare il nostro fragile Ego. I meccanismi di difesa che mettiamo in atto (la rimozione, la negazione, la proiezione, ecc.) ci permettono di non vedere coscientemente ciò che non ci piace. Ma se non vediamo non vuole dire che le cose inaccettabili di noi non ci siano, motivo per cui esse riemergono preponderanti dall’inconscio e si vengono a prendere quello spazio che gli è stato negato.

Nella maggior parte dei casi si cercano soluzioni facili o magiche. La psicoterapia è percepita come una risposta veloce e definitiva e lo psicoterapeuta è colui che con un solo sguardo capisce tutto dei propri pazienti e può prescrivere ricette e consigli. In realtà, data la complessità del cervello umano, è impossibile smettere di conoscersi, di evolversi e di crescere. Il percorso terapeutico, per essere efficace, non deve essere investito dal “senso di onnipotenza” ma dalla “curiosità” verso se stessi e dalla “motivazione” al cambiamento.  Al centro di una psicoterapia c’è la “responsabilizzazione” del paziente rispetto alla sua vita e al suo benessere: è lui il protagonista della propria storia, dei propri percorsi e scelte; ecco perché è importante che conosca la parte più nascosta di sé e che acquisisca la capacità di trasformare l’inconscio in conscio affinché, come direbbe Freud,  non sia schiavo di se stesso e riesca a scegliere consapevolmente e liberamente della propria vita.

Dott.ssa Mariateresa Muscillo
Psicologa, psicoterapeuta e sessuologa.