Il potere logora chi ce l’ha!
Il mio maestro mi insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire...
Franco Battiato
“Il potere logora chi non ce l’ha”… Giulio Andreotti in maniera sarcastica ed ironica beffeggiava gli invidiosi del suo potere. Preso a prestito dal famoso politico francese del settecento Charles- Maurice de Talleyrand, questo aforisma condensa e rappresenta la decadenza dei valori umani, di solidarietà, di fratellanza a servizio di un narcisismo solipstico e vacuo, tiranno e distruttore.
Il POTERE, oppio di leader politici, di popoli, di società che, rivendicando un’Ideale da perseguire, ricercano in maniera bieca e forsennata ricchezza e potere a discapito dell’Altro. Ma perché tanta schiavitù? Perché l’uomo si riduce a servo inconsapevole e delirante di questa spinta profonda ed incontrollata?
Freud, già ai primi del 900, a ridosso delle due guerre mondiali, teorizzava cosa spingeva l’uomo e le masse a muovere massacri e guerre con la sola ambizione di perseguire ideali e potere. Egli aveva individuato due istanze principali dell’Io: il Super-Io e l’Ideale dell’Io.
Il primo erede del complesso edipico e di castrazione, ovvero la costruzione di un Io morale a seguito dell’innamoramento del bambino nei confronti della mamma e la conseguente interiorizzazione del limite dovuta alla presenza del padre, della proibizione dell’incesto e della paura di castrazione.
Tutt’altra storia riguarda l’Ideale dell’Io, erede del narcisismo infantile, talvolta non superato, che tenta di recuperare l’onnipotenza perduta, l’illusione di stabilire un legame senza confini.
In termini più semplificativi, il Super-Io rappresenta il tentativo di ristabilire il senso di realtà, l’Ideale dell’Io l’illusione originaria.
La dialettica, il confronto continuo e la ricerca dell’equilibrio tra le due istanze sono indici di un buon funzionamento psichico. Ma se un evento doloroso, traumatico o vissuto come tale non viene elaborato può verificarsi un’alterazione. Il sentimento di ebrezza narcisistica (l’Ideale dell’Io) può prendere il sopravvento con la dissoluzione del limite (Super-Io). L’espressione senza limiti dell’inconscio può contenere tutto il male della psiche umana.
La cattiveria è prerogativa dell’Uomo. L’animale uccide per sopravvivenza, per mangiare, ma mai per il puro gusto di uccidere. Questa è una perversione tipica della psiche umana.
Einstein diceva “L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo costruirebbe una trappola per topi”. La complessità dell’Uomo ci ha portato, in tante epoche storiche, a declinazioni aberranti del comportamento: massacri, guerre, genocidi, ideazioni deliranti di sussidi atomici per sterminare popoli, ecc.
La storia ci insegna che non c’è mai fine alla cattiveria, la sete di potere diventa necessità, bisogno fondante di chi lo esercita.
Nella psicologia delle masse, descritto sapientemente da Freud, viene messo in luce la grande facilità di identificazione delle masse con il POTERE, il padre primigenio. Ogni membro si identifica con l’altro in nome dell’Ideale: la volontà del singolo viene annientata e la responsabilità demandata al leader/capo.
Per fortuna l’umanità è capace anche del suo contrario.
Riprendendo la frase di
Battiato “Il mio maestro mi insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”, l’invito è quello di provare a ritrovare il “senso profondo della vita” che
tiene conto del
nostro essere mortali, finiti, limitati. Solo se ci interroghiamo costantemente sul “SENSO” e SIGNIFICATO che vogliamo dare alle nostre esistenze, acquisiamo il vero POTERE, ciò che ci rende liberi, che ci può far avvicinare, per qualche mistero profondo, alla nostra essenza, al nostro sentire profondo ed “infinito”.
È difficile trovare la luce nell’oscurità, ma non impossibile. Lo vediamo ogni giorno nell’accoglienza, nell’aiuto e nella vicinanza che un’altra fetta di popolazione è capace di dispensare. Cito parole di Gino Strada (che ci manca tantissimo) “I veri valori etici possono nascere da una prassi di vita che si misura con i limiti, le passioni, le paure, le ritrosie, l’esasperazione del procedere alla ricerca di sé nell’altro da sé”.
Mai parole furono più vere. La ricerca di sé è nell’altro da sé. I limiti che l’altro ci impone è risorsa inestimabile, perché facciamo incontro con la nostra e l’altrui umanità, fragilità e caducità. Facciamo incontro con la possibilità di essere liberi da quel senso di onnipotenza che distrugge, annichilisce e annienta sé stessi e l’altro.
Quindi possiamo concludere con quasi certezza che “il Potere logora chi ce l’ha!”
Maria Teresa Muscillo
Psicologa, psicoterapeuta e sessuologa