Con Amore ed Eros vivere la crisi – La Mediazione familiare per coppie che si separano

Afrodite con Eros in grembo, antiche divinità, della bellezza e dell’amore, la prima e del desiderio e della passione, il secondo.

Tempo fa , complici le vacanze, li ho ammirati come statue in silenzio al Museo della Siritide. Quelle due statue, così vicine anche in questo lungo periodo di distanziamenti, rappresentano una madre ed un figlio. Andando oltre questo loro divino rapporto, simbolicamente ispirano la dinamica di una “buona relazione umana”, poiché la bellezza e l’amore che generano il desiderio e la passione, sono ,tutti e quattro insieme, anima e motore dei progetti comuni che due persone, in relazione di coppia, creano per poi prendersene cura.

Ad una coppia in crisi, che sceglie e vive la separazione, parlano ancora quelle divinità per risvegliare una memoria sopita: dicono come bellezza ed amore tengono in equilibrio il desiderio di cogliere e nutrire l’essenza dei legami, tra i soggetti della relazione stessa e verso progetti condivisi di varia natura, figli compresi. La vulnerabilità e la conseguente rottura, così come l’eventuale riallaccio della relazione, sono parte di quell’equilibrio e di quell’essenza che le due persone possono utilizzare per portare avanti la pratica dinamica ispirata dalle antiche divinità. In questa pratica c’è proprio quell’esercizio di equilibrio responsabile che non è semplice tecnica di negoziazione per raggiungere l’accordo, pur necessario per definire il quotidiano agire come persone nella loro funzione di genitori o altro. I patti arrivano tramite il procedere in un concreto confronto di emozioni e di punti di vista, da riconoscere nella loro diversità e validità, attraverso un valore profondo dato alla relazione interpersonale che non ha forse più una base romantica.

E’ come dare attenzione a qualcosa che potrebbe essere considerato o ri-considerato nelle opinioni , anche in quelle precedentemente ostacolate, quando si è alle prese con le aspirazioni a nuovi percorsi di vita personali, sul piano affettivo, organizzativo, lavorativo, piuttosto che con le necessità economiche per casa e figli. E’ come aprire con calma cassetti e porre ordine tra calzini spaiati, ritrovando in ogni movimento le energie costruttive per raggiungere soluzioni efficaci ed attuabili nonostante i sentimenti feriti, orgoglio o amore che sia.

E se incontrate difficoltà a fare questa pratica in autonomia forse avete bisogno dell’aiuto di un’altra coppia, stavolta di professionisti, che incarnano lo spirito della mediazione umanistica di Jacqueline Morineau che pone al centro di tutto la persona e i suoi valori più profondi, raggiunti e feriti dal conflitto, e che opera affinché tale ricca profondità emerga e venga conosciuta e ri-conosciuta da entrambi i confliggenti.

«La mediazione accoglie il disordine. È un momento, un luogo, in cui è possibile esprimere le nostre differenze e riconoscere quelle degli altri. È un incontro nel quale si scopre che i nostri conflitti non sono necessariamente distruttivi, ma possono essere anche generatori di un nuovo rapporto.»

La mediazione umanistica percorre le fasi della drammatizzazione greca: theoria (esposizione del vissuto, con ascolto senza giudizio), krisis (proseguendo verso la verità in se stessi si manifestano vergogna e fragilità dell’essere umano) e katarsis (incontro e riconciliazione con se stessi e con lo stare in una relazione trasformata).

«I greci avevano avuto la bella idea di drammatizzare le situazioni e di metterle in scena come strumento di vita. La mediazione è la stessa cosa. La mediazione accoglie il dramma e conduce la sofferenza verso un altro livello. La guarigione può avvenire solo attraverso la cura dell’anima. Se non si raggiunge la dimensione più elevata è molto difficile trovare la pace».
E’ un modo per uscire dal dramma, da quello che fa male perché agito in modalità distruttive.

«La mediazione è paradossale: ci propone di incontrare ciò che fa male, quel male che turba, allo scopo di trasformarlo in una nuova forza vitale. »

E’ un processo che può dare forma nuova al legame, anche spezzato e interrotto, poiché ci si prende cura della relazione tra le persone per quella che è , o meglio per quella che si può finalmente scegliere che sia.

Maddalena Colangelo

Counsellor Professionista ad orientamento psicosintetico in contesti relazionali, sociali, sanitari, educativi, di gruppi ed organizzazioni, Co-Mediatrice familiare Umanistica Professionista,