Assertività nelle relazioni

Joseph Salter, nel 1949, parlò per la prima volta di ASSERTIVITA’ (ASSERTIVENESS), definendola come ‘un comportamento interpersonale umano che permette un livello di relazione serena ed equilibrata tra le persone e che, contemporaneamente, garantisce uno stato di benessere emotivo per coloro che lo mettono in pratica’. L’assertività inoltre consente di stare in equilibrio tra i due estremi di passività ed aggressività.

Il verbo inglese ‘to assert’ significa letteralmente: ‘mettere uno schiavo in libertà’, infatti essere assertivi significa essere flessibili quanto basta, nella comunicazione e nella relazione con un’altra persona, per affermare se stessi, senza prevaricare sugli altri, senza esserne prevaricati: si tratta, in fondo, di una bella forma di… libertà!

Non è affatto facile mantenere un equilibrio tra le nostre esigenze e quelle delle persone che ci circondano. Spesso ci capita di trattenerci nel dire o fare qualcosa di più per salvaguardare i nostri bisogni ed i nostri diritti, per paura di dispiacere o ferire gli altri (fino all’estremo di comportarci da zerbino); qualche altra volta invece, per paura di essere feriti o trascurati a nostra volta, stiamo sulla difensiva, siamo pronti ad attaccare per essere sicuri di essere rispettati (assumendo un atteggiamento spigoloso e fastidioso: da vero e proprio istrice).

Nelle relazioni con gli altri, ci muoviamo insomma tra gli estremi di un continuum di comportamenti, pensieri e atteggiamenti, che va dalla PASSIVITA’ alla AGGRESSIVITA’ e raramente riusciamo invece ad essere ASSERTIVI.

Vediamo prima di tutto i due estremi del continuum:

Stile aggressivo, da istrice: la persona che utilizza questo stile appare concentrata sui propri bisogni e desideri e non sembra interessata alle necessità altrui. Un esempio ne è il personaggio del celebre film con Jack Nicholson “Qualcosa può cambiare” che utilizza comportamenti e comunicazioni aggressive, spesso violente, anche se magari solo verbalmente e non rispetta i limiti degli altri. Chi Chi si relaziona con questo stile appare autoritario e pretenzioso: infatti si sente superiore agli altri, prova emozioni di rabbia e ostilità, ha la convinzione di avere il diritto di ottenere ciò che vuole a qualunque costo, anche a scapito degli altri, è un prepotente

Stile passivo, da zerbino: quando si utilizza questo stile di comportamento si appare più interessati ad accontentare gli altri che non se stessi, si è influenzabili dalle opinioni altrui, si subiscono le situazioni piuttosto che opporsi. Qualcuno può avere una così elevata ansia sociale da non riuscire ad esprimere i propri bisogni e le proprie esigenze. Ci si sente spinti dal desiderio di ottenere il consenso di tutti e si cerca di evitare qualsiasi forma di contrasto e conflitto con gli altri (un esempio eloquente di questo stile interpersonale, potrebbe essere il celebre personaggio di Paolo Villaggio: Fracchia).

Lo stile aggressivo e quello passivo, pur portando ciascuno apparentemente qualche vantaggio, semmai a breve termine, determinano una notevole serie di svantaggi per noi e per le nostre relazioni.

Usare l’assertività, invece, porta con sé solo vantaggi per il proprio benessere e per quello delle proprie relazioni interpersonali:

  • esprimere i propri sentimenti e le proprie ragioni, sia positive che ‘negative’ o poco piacevoli per l’altro, farlo in modo aperto, personale, in prima persona, aiuta a farci conoscere e rispettare dagli altri
  • scegliere come comportarci, adeguandoci alle situazioni senza esserne sempre penalizzati, aiuta ad essere più a nostro agio e positivi, più sicuri di noi stessi
  • difendere i propri diritti chiedere per noi stessi, dire di no aiuta ad aumentare la nostra autostima
  • esprimere serenamente una nostra opinione, anche se in disaccordo con altre persone, consente di sentirsi padroni di sé, liberi ed autentici.

Insomma l’Assertività implica molte capacità interpersonali, si può allenare ed esercitare nelle sue varie sfaccettature, ci aiuta ad essere persone serene ed in controllo di noi stessi e delle nostre relazioni, senza ansia sociale o tensione eccessiva, ci consente migliori livelli di realizzazione personale, ci aiuta a dare pari dignità e importanza a noi stessi ed agli altri attorno a noi.

Potremmo cominciare il cammino verso una maggiore Assertività (detta anche Affermatività) tenendo ben a mente le seguenti affermazioni:

  • Puoi comprendere e validare gli altri, ma anche chiedere per te.
  • Hai diritti, esattamente come gli altri; tu hai dei diritti anche nelle piccole cose, tutte le persone ne hanno.
  • Hai il diritto di anteporti agli altri, talvolta, poiché i tuoi bisogni sono altrettanto importanti di quelli degli altri.
  • Hai il diritto di chiedere ed avere aiuto e sostegno emotivo.
  • Hai il diritto di fare errori: tutti ne fanno! non possiamo essere adeguati sempre, in ogni situazione.
  • Hai diritto ad avere le tue opinioni e ad affermarle con serenità anche se sono diverse da quelle degli altri, anche se già sai che non piaceranno loro, anche se gli altri hanno una posizione di potere o di autorità.
  • Puoi negoziare, discutere e chiedere cambiamenti; hai il diritto di fare rimostranze per un trattamento poco piacevole.
  • Puoi dire di no ad una richiesta o ad un favore: non vuol dire che sei egoista, che non sei una ‘brava persona’.
  • Puoi tollerare che qualcuno si arrabbi con te, se per esempio dici dei no, non è la fine del mondo.
  • Meriti ciò che vuoi, ciò di cui hai bisogno; va bene che tu faccia in modo di ottenerlo. 
  • Puoi tollerare che ti dicano di no: hai comunque fatto bene a chiedere. 
  • Puoi chiedere anche se non sempre ti diranno di sì, è giusto aprirsi agli altri va bene desiderare.

Dott.ssa Nadia Sanza
Psicologo Clinico – Psicoterapeuta