IL POTERE DELLE IMMAGINI – L’importanza dell’uso delle metafore nel lavoro psicoterapeutico e nell’arte

“Se vuoi costruire una nave, evita di radunare persone affinché seguano progetti, si dividano il lavoro, prendano gli strumenti e taglino gli alberi. Piuttosto racconta loro della nostalgia per lo sconfinato infinito mare. E allora costruiranno la nave da soli, emozionandosi” (Antoine de Sait-Exupery).

Palma Domenichiello – Carmen Greco

La metafora rappresenta un’ elemento essenziale e insostituibile della comunicazione umana sin dai tempi più antichi. E’ una figura retorica che scaturisce dalla sovrapposizione di due termini appartenenti a campi semantici diversi e lontani ed estende all’insieme dei due termini una o più proprietà che appartengono alla loro connessione; quanto più i due termini sono distanti come significato, tanto più la metafora è premiante ed efficace. Usando metafore capaci di sostenere i pensieri dell’interlocutore, si aggiunge potere alla comunicazione, offrendo all’altro un’occasione di allargare la propria mappa mentale. Le metafore, come le similitudini e le sinestesie, hanno il potere di far emergere convinzioni nuove, energie nascoste e promuovere capacità e possibilità potenziando la determinatezza. Sono indispensabili per disancorare preoccupazioni, sciogliere dubbi e far evaporare paure in modo efficace. Possono condizionare i pensieri di chi le riceve, in modo da sublimare ed entrare con nuove soluzioni laddove tutto sembra essere stagnante. Le metafore aggirano le barriere coscienti:

  • Quando si vuol far passare un concetto in maniera diretta, si possono trovare barriere più o meno coscienti che possono essere superate ricorrendo al meccanismo: “è come se “.
  • Quando ci sono resistenze e paure rispetto ad un cambiamento (lavoro, casa, etc. ) si può usare ad esempio la metafora dell’automobile. “Per sostenere questo

cambiamento è come se devi salire su un’automobile che non hai mai guidato. All’inizio proverai un po’ di spaesamento e paura per la novità. Puoi però fidarti che ce la farai perché hai già la patente e sai già come guidare. Cambia solo il modello dell’automobile”.

Ovviamente le metafore variano a seconda dell’ interlocutore che abbiamo di fronte. Per questo è fondamentale conoscere più elementi possibili della sua storia.

Indubbiamente la metafora possiede una grande forza concettuale perché opera una lettura diversa della realtà, rompe la regolarità del linguaggio in maniera imprevista, crea stupore con enunciazioni innovative, costringe a creare un criterio interpretativo diverso.

L’uso della metafora rappresenta un importante strumento di lavoro sia in campo clinico sia nella formazione, grazie al suo potere ristrutturante: essa risulta efficace quando recupera la struttura profonda del problema e offre una nuova prospettiva ridefinendo il problema stesso, facendo individuare un nuovo atteggiamento emotivo e diversi modi di interpretare la situazione. In altre parole contribuisce ad ampliare la possibilità di risposte al problema. Così la diversa prospettiva presentata dalla metafora, pur partendo dal problema individuato dal singolo o dal gruppo, contiene simbolicamente anche il risultato desiderato e la strategia con la quale ottenerlo.

L’uso di metafore da parte dello psicologo o dello psicoterapeuta crea empatia e sintonia, favorisce l’alleanza terapeutica, stimola il canale emotivo-affettivo, permettendo l’emersione e la comunicazione di sensazioni ed emozioni spesso difficilmente verbalizzabili: a seconda dell’età e delle caratteristiche degli ascoltatori può avvenire in forma di racconto, storia, aneddoto o fiaba.

Fare delle metafore uno strumento terapeutico, richiede lo sviluppo di un’abilità che va acquisita stimolando la propria creatività personale, la capacità di sintonizzarsi sul mondo emotivo del proprio interlocutore, un linguaggio adeguato e l’uso degli aspetti paraverbali del parlato. Inizialmente nella fase di apprendimento è necessario un lavoro mirato e consapevole di progettazione e elaborazione, ma quando queste capacità si integrano con quelle già possedute, la costruzione della metafora diventa un’operazione naturale e spontanea. L’uso della metafora può avere efficacia nel cosiddetto contrasto mentale.

Il contrasto mentale è un atto di immaginazione strategica che contrappone il presente ad un futuro desiderato. In questo futuro immaginato, le barriere per il miglioramento sono state immaginate e superate. Può aiutare a prevenire la perdita di motivazione, scambiare le emozioni ed automaticamente aprire la via alla speranza ed al cambiamento. Il movimento che avviene all’interno è preludio al movimento esterno. Sbloccare le risorse del proprio mondo interiore con l’utilizzo di metafore con valenza proiettiva, significa attivazione, movimento. E tutto ciò che è movimento è vita, progettualità, superamento della morte e del blocco emotivo. Se permettiamo ai medici di prevedere la morte, allora perchè i terapeuti non dovrebbero prevedere la crescita e la guarigione?

Esempio metaforico di come l’arte trasforma il dolore

Tutti gli artisti, attraverso i diversi linguaggi, passando dalla poesia alla scultura, adoperano le metafore per comunicare e creare.

La metafora è strumento inscindibile per de-scrivere una storia, un racconto, un sogno o un dolore.

I grandi artisti del novecento come Duchamp, Magritte, Dalì ne sono un esempio tangibile. L’atto creativo nasce proprio scavando nello spazio nella memoria emotiva, luogo metaforico che raccoglie nel tempo i nostri vissuti.

Le opere d’arte, sia simboliche sia performative, non sono altro che il frutto autentico del pensiero interiore del creatore.

Questa è la strada che i maestri esteti: musicisti, poeti, scultori ecc., percorrono per realizzare la loro opera originale e autentica.

Il risultato dunque, qualunque esso sia, è il prolungamento del pensiero che unisce artista e fruitore. Il fruitore tuffandosi nell’opera con la sua sensibilità raccoglie l’azione dandole un significo unico e personale.

La scultrice Louise Bourgeois, chiamata la scultrice dei ragni, realizza nel 1999 una gigantesca statua in bronzo, alta dieci metri, “Maman” (mamma), raffigurante un enorme ragno, la scultura al centro contiene un sacchetto contenente delle uova di marmo: simbolo di forza e protezione. Louise, sotto quel ragno, che nella comune normalità fa paura, si sentiva protetta. Un omaggio alla sua mamma che adorava e che aveva perso, alla maternità e al mondo femminile.

“Maman” Louise Bourgeois – 1999 Bibliografia:

“Metafore terapeutiche” di Gordon. Ed. Astrolabio

“Metafore in movimento” F. Pulvirenti, T. Garaffo, A. Tigano. Ed. F. Angeli “Louise Bourgeois” F. Gilberti – Corraini Edizioni