REINVENTARSI CON LA FORZA DEL GIOCO

In questo periodo di emergenza sanitaria legata al corona virus, il mio pensiero va ai bambini di ogni età, che non possono giocare con i propri compagni di classe, fare sport, frequentare qualsiasi centro di aggregazione o semplicemente, per i più fortunati, giocare nel giardino condominiale con gli altri coetanei.

Siamo costretti a restare “chiusi” tutto il giorno e da qui bisogna ripartire. Dobbiamo adeguarci a questa nuova realtà, seppur provvisoria, vissuta, da molti, come un enorme macigno emotivo da sostenere.

La nostra fortuna è “stare” a casa, luogo accogliente dove poter giocare. Abbiamo tutto quello che ci serve e se non è a nostra disposizione, basta inventarlo.

Il gioco e la costruzione del gioco sono funzionali e direttamente proporzionali allo sviluppo sensoriale, motorio e cognitivo.

 I giochi possono sviluppare tantissime abilità che comprendono:

  • la concentrazione: prestare attenzione;
  • il problem-solving: capacità di trovare la strategia migliore per risolvere un problema;
  • pensiero creativo: elaborare nuove idee grazie alla creatività e all’immaginazione;
  • pensiero strategico: essere in grado di anticipare l’effetto delle azioni, avere una visione a lungo termine;
  • pensiero logico: precursore dell’apprendimento di tutte le materie scolastiche, aiuta la gestione dei problemi;
  • abilità linguistiche: ampliare il lessico, stimolare scrittura e lettura;
  • competenze sociali: fare gruppo, rispettare i no, accettare la sconfitta sportivamente;
  • abilità matematiche: saper classificare, confrontare le quantità, ordinare in sequenze ecc.;
  • pensiero visivo: elaborazione di quello che vediamo, immagini e disegni anche in forma artistica

Prima di iniziare a giocare bisogna spiegare il gioco o ricordare le regole se il gioco gia lo si conosce,  osservando alcune accortezze.

  • Il bambino va guardato negli occhi durante la spiegazione,
  • bisogna chiedergli dei feed-back per sincerarsi che venga compresa la spiegazione,
  • ripetere le regole principali utilizzando anche dei gesti, usare frasi brevi e parole semplici.

Durante la mia esperienza professionale ho imparato a non essere rigida sulle regole del gioco, ma ad adattarlo alle esigenze dei bambini, a personalizzarlo, magari rendendolo più accattivante e ottenendo una risposta superiore alla richiesta. Tocca a noi adulti presentare il gioco non in maniera piatta e monotona, ma attirare la sua attenzione e curiosità.

Quindi, non vi resta che “stare al gioco” … in questo modo non allenerete soltanto il cervello del bambino, ma creerete relazioni significative, legami affettivi, ricordi positivi ed emozioni indissolubili nel tempo!

Dott.ssa Paola Di Lena

Educatrice professionale, Interprete LIS