Esserci sempre e comunque. Affrontare emotivamente il coronavirus

Abstract

In ogni situazione della nostra vita ci rendiamo conto che dobbiamo confrontarci, oltre che con l’evento in sé, anche e soprattutto con le nostre emozioni. Se c’è un evento gioioso allora le mie emozioni tenderanno ad essere più piacevoli, se c’è un evento più triste allora le mie emozioni tenderanno ad essere meno piacevoli … ma oggi? Cos’è questo evento che sta accadendo oggi? E soprattutto cos’è questo turbinio di emozioni che sento dentro? La risposta d’impatto potrebbe essere: “è un evento spiacevole, per cui mi sento triste”! Eppure, come vedremo, le emozioni che possono colorare quello che stiamo vivendo in questi giorni possono essere tante e diverse e, soprattutto, (almeno loro!) … possono abbracciare tutti!

“Resta a casa”. Le parole ripetute, in questo periodo, come un mantra in tutte le trasmissioni televisive, in tutte le radio, le istituzioni, i genitori, i figli, i nonni.

Così, da un giorno all’altro, ci siamo ritrovati a doverci confrontare con questa realtà tanto anomala, così surreale e lontana da noi. Mai avremmo pensato di poter vivere in prima persona e di confrontarci con un momento di storia simile; di solito sono cose che si leggono nei libri o si vedono nei migliori film di fantascienza.

Questa volta invece  no, è tutto reale. Lo vivo. Lo sento. È nelle mie azioni, nei miei pensieri, nel mio cuore. È dentro di me quello che sto vivendo, a volte sembra quasi che mi voglia togliere perfino il respiro, lo percepisco e questo mi spaventa. E così, in alcuni momenti, possiamo arrivare anche a chiederci se in realtà abbiamo più paura di questo mostriciattolo invisibile che ha avuto il potere di fermare intere nazioni o, invece, abbiamo paura di noi stessi e di misurarci su quale sia realmente la nostra forza nell’affrontare emergenze come questa.

Ebbene, posso confermarti che ogni minima emozione, sensazione, qualsiasi sia il tuo vissuto interno in questo momento è lecito e normale. Puoi sentire un arcobaleno di emozioni come la paura, la rabbia, la tristezza, la gioia, il disgusto, la sorpresa. Ogni tipo di emozione può attraversarti, ma non ce n’è una giusta o una sbagliata, c’è semplicemente la tua emozione che stai vivendo in questo preciso momento. Stop.

E allora fermati, ascoltata, accoglila, attraversala, datti il modo di viverla e di condividerla anche con chi è vicino a te fisicamente o virtualmente. Perché sì, è vero, nelle ultime settimane siamo stati privati della nostra vita sociale, degli abbracci, dei baci, della vicinanza e del contatto diretto con chi ci è sempre stato accanto, ma è anche vero che trovarsi in una condizione di solitudine non vuol dire, attenzione, essere soli. No, quello no.

Innanzitutto ho me stesso, l’unica persona al mondo con la quale posso vivere liberamente sempre e a stretto contatto a prescindere da ogni tipo di avvenimento o circostanza, perché noi ci siamo sempre, solo che a volte, presi da altro, tendiamo ad evitarci e a dimenticarci. E poi ho i miei cari, ho gli amici, ho tante figure di riferimento intorno a me. Puoi star sicuro non è certo la semplice stretta di mano a sancirne relazione e vicinanza.

La differenza la crea l’esserci sempre e comunque, vicini o distanti. Ora più che mai i social ci vengono incontro. Sono, infatti, sicura che avete imparato a riscoprire la sorpresa di una videochiamata, la gioia di una telefonata e la magia nel rivedervi e nel risentirvi stranamente diversi. Questo perché ogni cambiamento porta in sé nuove scoperte di noi stessi, degli altri, ma avviene solo e soltanto se ci diamo noi in primis l’opportunità di viverlo.

Per questo mi sento di chiedervi anch’io, ora, di restare a casa e di abbracciare l’unica cosa che ci è permesso abbracciare in questo particolare momento, ossia il “cambiamento”. Datevi l’opportunità in questo tempo, di riscoprire l’intimità con voi stessi, fermandovi con i vostri figli, i vostri genitori. Non vivete solo di notizie sui social o alla tv, non vivete soltanto di numeri, dati e statistiche, ma vivete di emozioni.

Riscopritevi genitori, riscopritevi figli, riscopritevi persone capaci di sentirsi parte di un mondo che a gran voce richiama solidarietà. Per cui leggete un buon libro, ascoltate la musica che più vi piace, genitori e figli riscoprite la magia di giocare insieme, dipingete, scrivete, rispolverate vecchie foto, nutritevi di vecchi racconti, reinventatevi come mai avreste immaginato, respirate creandovi anche uno spazio e un momento che sia tutto vostro, ma soprattutto non vi dimenticate di sognare!

… ad occhi aperti o ad occhi chiusi non importa, ma non vi stancate mai di meravigliarvi di voi stessi, perché sì, e lo abbiamo visto, un invisibile mostriciattolo può anche fermarti fisicamente, ma non potrà mai fermare la tua fantasia e la tua creatività. Perciò da solo, in compagnia, concretamente, virtualmente … come non importa!

Ma oggi, domani, dopodomani, quando tutto finirà e purché sia sempre … fermati! … e liberamente … sogna! … e non avere il timore di colorarti di emozioni!

Dott.ssa Rosanna Santoro

Psicologa, psicoterapeuta sistemico relazionale.